Risarcimento danni da caduta da stress successiva al sinistro
L’assicurazione voleva dare al mio cliente 3.000€
Noi gli abbiamo fatto prendere altri 30.000€
Il caso seguito dal nostro studio e che ci ha visto vittoriosi, riguarda una nostra assistita che è stata lasciata a luglio, in seguito a un incidente stradale occorso mentre era alla guida del proprio scooter, sette ore senza poter bere e mangiare. Questo in quanto si riteneva dovesse essere operata d’urgenza. Una volta appurato come l’operazione non fosse necessaria, la danneggiata tornava a casa alle 4 di notte e alle 7 del mattino, dopo essersi alzata per prendere un antidolorifico, sveniva sbattendo violentemente la faccia a terra riportando con la caduta seri danni.
La compagnia di Assicurazioni negava il risarcimento per l’assenza del “nesso di causalità”.
È stato, quindi, necessario redigere un atto di citazione molto complesso indicativo di tutte le difficoltà che incontra il danneggiato per farsi riconoscere i propri diritti dalla Compagnia di Assicurazioni. Dalla lettura dell’atto, si comprende quanto sia importante specificare tutte delle precise circostanze relative al sinistro.
È stato, quindi, necessario prima ricostruire il sinistro dal punto di vista cinematico. Anche al fine della contestazione della responsabilità che, chiaramente, la Compagnia di Assicurazioni non ha rinunciato a eccepire.
Successivamente, si sono elencati tutti quei dati dalla lettura dei quali si evidenzia e comprende il chiaro e forte turbamento che il soggetto, come chiunque in quelle situazioni, ha subito.
Dapprima per la caduta in sé stessa e, successivamente, per la drammatica attesa di 40 minuti sdraiato a terra con il casco indossato in attesa dei soccorsi in una giornata afosa di luglio nel terrore di essere rimasti paralizzati. Si sono riportate le dichiarazioni testimoniali rese a verbale ossia dentro un atto pubblico redatto dagli agenti della Polizia locale. Il testimone ha confermato il fatto che si temesse come il soggetto in seguito al violento impatto fosse rimasto paralizzato.
Si è, quindi, posto rilievo pure l’intervento dell’ambulanza il cui equipaggio ha adottato tutte quelle cautele attuate nel caso in cui si tema che il soggetto abbia subito una lesione alla colonna vertebrale. Successivamente è stata descritta la vera e propria Odissea che ogni danneggiato si trova ad affrontare nel momento in cui si reca in un pronto soccorso, abbandonato a sé stesso sopra una barella in attesa della visita medica che, anziché essere immediata, si è avuta, nel caso di specie, addirittura dopo 3 ore.
Si è descritta la situazione – certamente non ottimale per dormire – di una persona che abbia strisciato sull’asfalto rovente in maglietta e calzoncini e abbia riportato abrasioni in varie parti del corpo per cui, in pratica, in seguito a poche ore di sonno agitato, il soggetto ha avuto una crisi lipotimica ossia uno svenimento.
Il Tribunale di Roma si è, quindi, convinta del buon diritto dell’attrice e, con la Sentenza n. 19179/2021 pubbl. il 09/12/2021, a fronte della somma offerta dalla compagnia per euro 3.610,00, ha condannato la compagnia di assicurazioni a risarcire l’ulteriore somma di euro 31.906,17 , oltre interessi legali dalla pubblicazione della sentenza al saldo.
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