Danno morale sinistro stradale
Danno morale sinistro stradale: come chiedere il risarcimento
Il danneggiato da incidente stradale, a certe condizioni, ha diritto anche al risarcimento del danno morale da sinistro stradale.
Ma cosa si intende con questa terminologia?
Abbiamo visto che il tema del Risarcimento dei danni da sinistro stradale è molto ampio e varia a seconda del danno subito.
Si distinguono infatti diverse tipologie di risarcimenti a seconda del danno subito:
– il danno patrimoniale da sinistro stradale che riguarda le lesioni causare direttamente sul patrimonio del danneggiato;
– il danno non patrimoniale, che riguarda invece le lesioni di un bene non suscettibile di valutazione economica, come la salute, l’onore e così via. Quest’ultima tipologia comprende a sua volta il danno biologico e il danno morale.
Per approfondire meglio questi argomenti ti consiglio anche la lettura degli articoli: Risarcimento danno biologico incidente stradale; Risarcimento danni fisici; Danno psicologico da sinistro stradale;
Ora parliamo invece del danno morale da sinistro stradale, andando ad analizzare nel dettaglio tutto quello che è importante sapere per ottenere il risarcimento.
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Danno morale sinistro stradale
Il danno morale da sinistro stradale riguarda quell’insieme di sofferenze interiori, di stati d’ansia, stati depressivi, patemi d’animo, e turbamenti psichici che non si somatizzano fino a divenire danno psichico. La persona che subisce tutto ciò ha diritto, a certe condizioni, ad un autonomo risarcimento.
In realtà, abbiamo scritto “a certe condizioni” perché, fino a pochi anni fa, per il danno morale il risarcimento era praticamente automatico. Si procedeva, quindi, a liquidare a titolo di danno morale una percentuale di quanto riconosciuto come danno biologico. Questa percentuale partiva da minimo un quarto e poteva arrivare alla metà di quanto già liquidato a titolo di danno alla salute.
In taluni casi, però, per esempio nel caso di perdita del feto, c’era il disancoramento del danno morale dal danno biologico. Nel caso in esame, in effetti, la donna, con la perdita del feto, non subiva una compromissione della capacità procreativa e, purtuttavia, il danno subito, che era morale, era esistente e, certamente, anche catastrofico.
Anche nel caso del danno morale, però, è sembrato come, da ultimo, la giurisprudenza sia stata forse un po’ più attenta alle esigenze di bilancio delle compagnie di assicurazioni anziché sforzarsi di garantire il massimo risarcimento possibile in favore delle vittime di incidente stradale.
Sì é quindi sostenuto, a far data dal 2008 con le famigerate sentenze di San Martino, come il danneggiato “corresse il rischio” di avere un duplice risarcimento. In realtà, il danno morale era, ed è tutt’ora, una cosa differente rispetto al danno biologico.
Il danno morale, infatti e come già previsto dal Codice Civile del 1942, rappresenta, quindi, come visto, il cosiddetto turbamento transitorio dello stato d’animo susseguente a un atto illecito.
Ossia, in altre parole, il danno per le sofferenze interiori subite dal danneggiato a causa dell’incidente. Quindi tutti i pregiudizi e le sofferenze derivanti dalla lesione dei diritti della persona, secondo quanto previsto dalla Costituzione. Danni che non sono considerati danno biologico e sono il dolore, la sofferenza o il turbamento emotivo.
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Il danno morale deve “poter essere provato in giudizio”
I recenti pronunciamenti giurisprudenziali, sono degli arresti e cioè, in buona sostanza, delle retromarce da parte dei giudici. Questi hanno ritenuto come il danno morale possa essere risarcito soltanto a condizione che l’esistenza di questo sia provata in maniera rigorosa.
In realtà, più che essere provato, il danno morale deve essere posto nelle condizioni di poter essere provato in giudizio. Nel senso che spetterà poi al giudice, una volta che è offerto a quest’ultimo la possibilità di potere avere le prove richieste, decidere se ammetterle o meno.
Il danno morale, quindi, appartiene, come il danno biologico, al danno cosiddetto non patrimoniale.
La giurisprudenza di merito, ossia quella dei tribunali, così come gli studiosi, erano arrivati anche a costruire la categoria del danno esistenziale. Allo stesso modo, erano state create tutte delle categorie quali il danno alla vita di relazione, Il danno alla serenità coniugale, il danno alla vita sessuale e così via e che consentivano di avere il giusto risarcimento.
La giurisprudenza della Corte di Cassazione, purtroppo, ha fatto confluire tutte queste voci di danno all’interno della categoria più ampia del cosiddetto danno biologico all’interno della quale ha voluto far rientrare anche il danno morale e il danno alla capacità lavorativa.
Si è sostenuto in modo in realtà abbastanza ipocrita perché i risarcimenti si sono ridotti anziché aumentare, che il danno non patrimoniale avesse natura unitaria e onnicomprensiva.
Ultimamente qualche timida sentenza sembra aver cambiato nuovamente orientamento ed essere più comprensiva delle ragioni dei danneggiati che hanno tutti gli interessi fuorché quello di arricchirsi.
Le prove del danno morale
Però, essendo questo lo stato dell’arte, per veder riconosciute quelle conseguenze dannose che vanno a incidere sulla personalità umana e che non sono però considerabili quali danno biologico, è necessario raccogliere tutte le prove possibili atte a dimostrare le sofferenze ulteriori derivanti dall’incidente.
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Parliamo quindi della sofferenza interiore, del continuo ruminare su quello che è successo, sulla compromissione che si è avuta rispetto alla vita precedente.
Queste prove possono essere di tre tipi diversi: presuntive, testimoniali e documentali.
PROVE PRESUNTIVE
Presuntiva vuol dire che il giudice trae da un fatto noto il convincimento riguardo un fatto ancora non conosciuto. Per esempio, dal fatto noto del lutto si può ricavare il convincimento di un fatto ancora non conosciuto ma molto probabile qual è il turbamento psicologico del soggetto danneggiato.
PROVE TESTIMONIALI
Le prove testimoniali, invece, riguardano sia quelle rese in relazione a fatti immediatamente successivi, per esempio, sulle circostanze drammatiche dell’incidente sia, soprattutto, quelle relative al cambiamento in peggio che il soggetto ha subito dopo il sinistro.
PROVE DOCUMENTALI
Le prove documentali sono tutto ciò che è su un supporto quali lettere, certificati medici, contratti o quanto altro e che possono dimostrare anch’esse detto peggioramento.
Se anche non sarà possibile ottenere il danno morale, tuttavia si potrà avere un aumento o un appesantimento del cosiddetto danno biologico.
Bisogna, quindi, soprattutto operare sulla prova testimoniale riferendo tutti quegli elementi indicativi di un peggioramento della precedente situazione esistenziale del soggetto.
Esempio, un adulto che per vent’anni il giovedì andava a giocare a calcetto con gli amici, nel momento in cui non potrà più giocare a questo sport subirà certamente una compromissione di tutto quell’insieme di ulteriori elementi goliardici.
Altrettanto si può dire per una coppia che era solita andare il sabato e i giorni festivi a ballare il liscio.
Sembrano facezie ma non lo sono perché certamente il danneggiato, a causa dell’altrui imprudenza, ha subito un peggioramento della propria esistenza che è giusto sia risarcito
Conclusioni risarcimento danno morale sinistro stradale
Siamo arrivati alla conclusione di questo articolo relativo al danno morale da sinistro stradale.
Se hai fatto un incidente e vuoi fare in modo che l’assicurazione ti dia il risarcimento danni che ti spetti, allora il consiglio è quello di muoverti il più tempestivamente e precisamente possibile per evitare che la compagnia ti neghi il risarcimento trovando qualche scusa fasulla.
Evita il fai da te, piuttosto rischioso e scegli di affidarti ad un Avvocato esperto in Risarcimento danni da incidente stradale.
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